dr. Alessio Cammisa

psicologo e psicoterapeuta

Alcune situazioni

in cui chiedere una

consulenza psicologica

 

Disturbi d'Ansia (attacchi di panico, fobie, disturbo ossessivo compulsivo, stress ...);

Disturbi dell'Umore (depressione, disturbo bipolare);

Difficoltà nelle relazioni interpersonali;

Disturbi dell'alimentazione (anoressia e bulimia);

Disfunzioni Sessuali;

Disturbi da uso di sostanze;

Disturbi psicologici derivati dalla condizione di Disabilità Fisica (sostegno e riabilitazione psicologica del disabile);

Valutazione del danno psichico (in seguito a incidenti stradali o altre situazioni traumatiche).

 

Disturbi d'ANSIA

L’ansia è un'emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo e che si attiva quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Nella specie umana l’ansia si traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una serie di fenomeni neurovegetativi come l’aumento della frequenza del respiro, del battito cardiaco (tachicardia), della sudorazione, le vertigini, ecc.. Tali fenomeni dipendono dal fatto che, ipotizzando di trovarsi in una situazione di reale pericolo, l'organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza.
L’ansia, quindi, non è solo un limite o un disturbo, ma costituisce una importante risorsa, perché è una condizione fisiologica, efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni (ad es., sotto esame). 

Quando l'attivazione del sistema di ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, però, siamo di fronte ad un disturbo d'ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.

Disturbi d'ansia

o   Fobia specifica (aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti, ecc.);

o   Disturbo di panico e agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga);

o   Disturbo ossessivo-compulsivo;

o   Fobia sociale;

o   Disturbo da stress acuto o post-traumatico da stress;

o   Disturbo d'ansia generalizzata.

 

DEPRESSIONE

La depressione è una patologia dell'umore caratterizzata da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire in maniera da lieve a grave il tono dell'umore, compromettendo il "funzionamento" di una persona, nonché le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale. La depressione non è quindi, come spesso ritenuto, un semplice abbassamento dell'umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno.

La depressione talvolta è associata ad ideazioni suicidarie o autolesionistiche, e quasi sempre si accompagna a deficit dell'attenzione e della concentrazione, insonnia, disturbi alimentari, estrema ed immotivata prostrazione fisica.

La depressione fa parte dei disturbi dell'umore, insieme ad altre patologie come la mania e il disturbo bipolare. Essa può assumere la forma di un singolo episodio transitorio (si parlerà quindi di episodio depressivo) oppure di un vero e proprio disturbo (si parlerà quindi di disturbo depressivo). L'episodio o il disturbo depressivo sono a loro volta caratterizzati da una maggiore o minore gravità. Quando i sintomi sono tali da compromettere l'adattamento sociale si parlerà di disturbo depressivo maggiore, in modo da distinguerlo da depressioni minori che non hanno gravi conseguenze e spesso sono normali reazioni ad eventi luttuosi.

L'episodio depressivo maggiore è caratterizzato da sintomi che durano almeno due settimane causando una compromissione significativa del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.

Fra i principali sintomi si segnalano:

1.     Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come osservato da altri.

2.     Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (anedonia).

3.     Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno.

4.     Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.

5.     Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.

6.     Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.

7.     Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno.

8.     Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno.

9.     Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l'elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.

Per parlare di episodio depressivo maggiore è necessaria la presenza di almeno cinque dei sintomi sopra elencati.

Nella maggior parte dei casi, però, la depressione si configura come disturbo depressivo maggiore, cioè un decorso clinico caratterizzato da più episodi depressivi maggiori; nel 50-60% dei casi, infatti, un episodio depressivo maggiore sarà seguito da un ulteriore episodio depressivo, portando quindi alla formazione di un disturbo depressivo.

 

Epidemiologia

In Europa la Depressione è al 3° posto come causa di disabilità, preceduta da ischemia e disturbi cardiovascolari. Tra le malattie psichiatriche, il Disturbo Depressivo è il principale problema sia da un punto di vista economico che sociale e le previsioni per l’anno 2020 stimano la depressione maggiore come la seconda causa di disabilità nel mondo.

La prevalenza di questa patologia assume valori che variano, dal 5% al 9% per le donne e dal 2% al 3% per gli uomini. Gli indici di prevalenza non sembrano essere influenzati dall�etnia, dall�educazione, dal reddito o dallo stato coniugale. Uno studio molto recente (Battaglia et al. 2004), su un campione di comunità italiana, riporta un dato di prevalenza per il Disturbo Depressivo Maggiore pari al 10,8% della popolazione.

 


Altri disturbi dell'umore:

  • distimia (o disturbo distimico): presenza di umore cronicamente depresso, per un periodo di almeno due anni. In questo caso i sintomi depressivi, nonostante la loro cronicità, sono meno gravi e non si perviene mai a un episodio depressivo maggiore.
  • disturbo dell'adattamento con umore depresso: è conseguenza di uno o più fattori stressanti e si manifesta in genere entro tre mesi dall'inizio dell'evento con grave disagio psicologico e compromissione sociale. Solitamente eliminato il fattore di stress, tale depressione scompare entro 6 mesi.
  • depressione secondaria: depressione dovuta a malattie psichiatriche e non, o a farmaci. Spesso, infatti, alcune malattie mostrano come primi sintomi variazioni del tono dell'umore, fra le quali: sclerosi multipla, morbo di Parkinson, tumore cerebrale.
  • depressione reattiva: depressione dovuta ad un evento scatenante come un lutto, una separazione, un fallimento, i cui sintomi, però, si dimostrano eccessivamente intensi e prolungati rispetto alla causa scatenante. Al suo interno si possono collocare i disturbi dell'adattamento e le reazioni da lutto.
  • depressione mascherata: depressione che si manifesta principalmente con sintomi cognitivi, somatici o comportamentali, a dispetto di quelli affettivi. In realtà vengono semplicemente amplificati aspetti non affettivi della depressione.

Infine, fra gli altri disturbi dell'umore che includono sintomi depressivi, si possono citare i disturbi bipolari, cioè patologie dove vi è alternanza di episodi depressivi maggiori o minori con episodi maniacali o ipomaniacali.

La classificazione non si riduce semplicemente a queste poche categorie, in quanto esistono varie sottocategorie per i tipi elencati, oppure depressioni tipiche di alcuni eventi particolari, come ad esempio la depressione post-partum.

 

 

 


"Per accogliere, non per giudicare"